venerdì 31 maggio 2019

PER UN VERO DIALOGO


Fa specie, proprio in un’era in cui la Chiesa con il Concilio Vaticano II ha rinunciato ad imporre la propria verità a colpi di dogmatismo, come oggi la giostra mediatica delle idee, anche ecclesiale, è combattuta a colpi di opposti e contrapposti dogmatismi, in cui, più che provare le proprie ragioni con l’unica arma che in questo caso dovrebbe valere, che è appunto quella della ragione, della ratio rettamente usata (in fondo è questo l’appello di Benedetto XVI a Ratisbona), più che dimostrare le proprie tesi con gli strumenti neutrali e super partes della logica e delle sue stringenti argomentazioni che non ammettono fallacie,   ognuno tende ad aggredire l’altro con i propri convincimenti statici ed inattaccabili da qualsiasi tentativo di ragionamento. Fa specie che proprio quelli che si fanno paladini della libertà, laici e uomini di scienza, di sapere e di potere, sono proprio quelli che oggi, più che proporre, impongono tesi e idee dall’alto dei loro pronunciamenti dogmatici, che non ammettono confronti o ripensamenti. E fa ancora più specie che, se non ti inchini con l’ossequio del tuo intelletto ai loro dogmi, allora si passa agli insulti, alle accuse infamanti, si passa alla demolizione psicologica dell’interlocutore. Se non riesci a dimostrare la bontà delle tue tesi con argomenti razionali, allora è più facile uscirsene dicendo che l’altro è un cretino: ma davvero questo è dialogo, confronto, libertà, democrazia?

Davvero il nostro è progresso? Davvero si vuole costruire un mondo dove ognuno sia libero di pensare ciò che vuole e di dire ciò che pensa? O non si sta imponendo un gioco perverso in cui il messaggio segreto è l’invito, se non la minaccia esplicita, a non pensare, a non parlare, perché tanto c’è chi lo fa per te? E il peggio è che apparentemente nessuno ti sta sequestrando il tuo cervello: eppure, purtroppo, tanta gente ha già portato il suo cervello all’ammasso, allegramente e senza rimpianti!

Per questo credo che abbia valore ancora uno spazio come il nostro in cui ci si può esercitare al dialogo e al confronto, in cui ci si può esprimere liberamente nella ricerca di quella verità che veramente libera e ci umanizza fino in fondo. E perché questo pensare non si trasformi mai in una certezza assoluta ed autoreferenziale che esima dalla passione della conoscenza e dalla ricerca della verità questo piccolo spazio è offerto non solo per costringere a pensare, ma anche per cercare qualche amico con cui farlo insieme.

PER UN VERO DIALOGO

Fa specie, proprio in un’era in cui la Chiesa con il Concilio Vaticano II ha rinunciato ad imporre la propria verità a colpi di dogmatis...